
Padre Serafino Colangeli e la sig.na Antonietta Gilardi nei primi anni 60 iniziarono un’esperienza di accoglienza per ragazzi. Loro ebbero la felice intuizione di rendere stabile questa attività caritatevole e quindi si rivolsero al vescovo Stanislao Amilcare Battistelli, il quale decise di istituire una Fondazione diocesana. In tal modo il nuovo Ente avrebbe avuto la possibilità di agire non solo in stretta relazione con la Chiesa di Teramo – Atri, ma di essere un’espressione della stessa.
Recita lo Statuto, emanato con decreto vescovile il 2 gennaio 1963: “La fondazione di religione, denominata “Piccola Opera Charitas”, con sede in Giulianova, ha lo scopo di provvedere all’educazione e rieducazione religiosa, morale e civile, secondo la tradizione cattolica, della fanciullezza abbandonata, a qualsiasi categoria appartenga (Articolo 1).
La pia fondazione raggiungerà il proprio scopo fornendo l’assistenza religiosa secondo le esigenze sociali dei fanciulli e delle fanciulle da essa assistiti. All’uopo potrà istituire doposcuola, laboratori, collegi interni; tenere corsi di esercizi spirituali, conferenze religiose, ecc. (Articolo 2)”
L’Opera è cresciuta nell’attività di attenzione alle persone sempre con particole riferimento alla Chiesa particolare ed al suo Pastore.
Il successore del Servo di Dio Amilcare Battistelli fu S.E. Mons. Abele Conigli, che ha condotto dal 1967 la Diocesi nello storico periodo del post Concilio Vaticano II. Quest’ultimo ha svolto il suo servizio per oltre vent’anni e ha contribuito all’importante cambio di mentalità della nostra Chiesa Particolare. La POC grazie a lui ha vissuto e respirato il vento innovatore del Concilio.
Nel 1988 è arrivato il vescovo S.E.Mons. Antonio Nuzzi, il quale ha avuto molta attenzione alla vita e all’attività della POC. Egli ha attuato con padre Serafino e la sig.na Antonietta un’importante opera di attualizzazione degli scopi statutari secondo le nuove esigenze del territorio e della Chiesa Locale. Con lui la POC ha segnato sempre più la propria presenza in diocesi nella cura, carità, promozione della cultura e dell’arte cristiana e nella formazione.
Dal 2002 al 2005 è stato vescovo in diocesi S.E.Mons. Vincenzo D’Addario il quale ha avuto tanta accortezza nello stare accanto a padre Serafino, già sordo e claudicante.
Nel 2006 è arrivato il vescovo S.E.Mons. Michele Seccia che ha accompagnato l’Opera nel passaggio delicato legato alla morte di padre Serafino avvenuta il 23 maggio 2009.
Il vescovo Michele ha sempre attribuito molta importanza alla presenza della POC nella Chiesa di Teramo Atri. Più volte l’ha definita come una perla della diocesi nella dimensione della carità, rimarcando che l’Opera è quindi parte integrante della comunità ecclesiale: “Anche il servizio alla carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza; tutti i fedeli hanno il diritto ed il dovere di impegnarsi personalmente per vivere il comandamento nuovo che Cristo ci ha lasciato (cfr. Gv 15,12) offrendo all’uomo contemporaneo non solo l’aiuto materiale, ma anche ristoro e cura dell’anima. All’esercizio della diakonia della carità la Chiesa è chiamata anche a livello comunitario, dalle piccole comunità locali alle Chiese particolari, fino alla Chiesa universale” (Cfr. Benedetto XVI, Motu proprio: Intima Ecclesiae natura, 11 novembre 2012, Proemio).
La POC è quindi inserita a pieno titolo nella Chiesa Locale, e sotto il profilo pastorale tutti si sentono coinvolti, ad iniziare dai ragazzi ospiti: “… è doveroso compito della comunità mettersi in discussione e uscire dai pregiudizi affinché la persona disabile possa essere essa stessa testimone dell’amore di Gesù” (Cfr. Michele Seccia, Collaboratori della gioia del Vangelo. Lettera Pastorale 2015 – 2017 alla comunità diocesana di Teramo Atri, 14).
Questa intima connessione è pienamente raffigurata nell’immagine del vescovo Michele che compie il gesto della Lavanda dei piedi alla comunità della POC: dal Giovedì Santo del 2014 Mons. Seccia sceglie di celebrare la solenne Messa in Coena Domini nella struttura di Giulianova, e di lavare i piedi a ragazzi, operatori e volontari.
“Fin dalla giovinezza lo Spirito mi ha condotto tra i poveri, facendomi capire che era quella la mia strada”. Così scriveva padre Serafino, e questo reale coinvolgimento alla vita cristiana lui lo ha legato all’appartenenza alla comunità diocesana di Teramo – Atri.