
Con la presentazione del volume “La carità intellettuale. Percorsi di ricerca” a cura di Emilio Bettini e Daniela Tondini si sono concluse con successo le due giornate di studio promosse da S.E. Mons. Lorenzo Leuzzi e dedicate alla carità intellettuale. Nel corso della giornata di venerdì, è stato presentato al pubblico il Centro di ricerca della Fondazione Piccola Opera Charitas. Nell’intervento introduttivo il nostro Vescovo ha sottolineato la necessità di sostenere le scelte assistenziali con la ricerca scientifica al fine di poter affrontare le sfide del cambiamento d’epoca in campo sanitario. Mons. Leuzzi ha auspicato che la Piccola Opera possa crescere sempre di più attraverso nuove proposte, nuove collaborazioni, nuove prospettive di presenza; possa essere un centro propulsore di conoscenza soprattutto a beneficio dei giovani che aspettano risposte significative alle loro domande; riesca attraverso la carità intellettuale a contribuire alla costruzione della società e della storia. Il presidente Domenico Rega che ha svolto il ruolo di moderatore ha inquadrato questa nuova avventura all’interno del cammino tracciato nei sessant’anni dell’Opera caratterizzati da un incessante impegno culturale. Il coordinatore scientifico del Centro di ricerca, il prof. Stefano Vicari ha presentato il comitato scientifico che, a partire dalle Università di Chieti e L’Aquila, coinvolge forze ed eccellenze degli atenei e degli enti di ricerca nazionali. Vicari ha individuato l’obiettivo principale dei programmi e dei progetti di ricerca che a breve prenderanno avvio nel miglioramento della qualità della vita delle persone con disturbi mentali in senso ampio ed ha manifestato l’intenzione di organizzare in un prossimo futuro un convegno sulle attività del centro di ricerca. Il prof. Gasbarrini ha sottolineato l’importanza, in questa fase, di costituire un centro culturale e di offrire una metodologia scientifica a supporto del grande serbatoio di persone, di esperienze, di iniziative brillanti della Piccola Opera, senza nascondere la possibilità di arrivare in futuro a costruire le basi per un IRCCS. Infine, il prof. Di Daniele ha individuato nell’intelligenza e nella speranza cieca che caratterizza l’uomo e che affonda le radici nel mito il seme di una ricerca volta a migliorare la vita umana e ha manifestato il proprio entusiasmo nell’offrire il suo contributo a questa importante iniziativa del nostro territorio.