
A distanza di circa tre mesi dall’avvio del progetto di Biblioterapia, abbiamo incontrato lo psicologo-psicoterapeuta dott. Alessandro Di Marco che è referente sanitario dell’iniziativa, condotta dalla responsabile della biblioteca Serafino Colangeli dott.ssa Cinzia Falini e dalle colleghe, le dottoresse Antonella Basile, Paola Palazzi e Donatella Stacchiotti.
Innanzitutto raccontaci come si svolge il progetto.
Abbiamo formato con il direttore medico dott.ssa Maria Antonietta Pompili tre gruppi di pazienti che si incontrano ciascuno la mattina due volte a settimana per quarantacinque minuti, con un impegno di sei giorni settimanali che coinvolge a turno tutte le bibliotecarie: dopo l’accoglienza con l’esecuzione di un canto che crea il clima giusto, si lavora in cerchio e ogni incontro si articola in più fasi: una prima dedicata alla lettura del testo, una seconda alla raccolta di impressioni liberamente espresse, dei propri vissuti in un processo di identificazione in cui il libro diventa un facilitatore, una terza di verifica dell’indice di gradimento della lettura attraverso degli emoticons; infine lo stimolo a enucleare delle parole chiave che reinserite in un contesto esprimono il pensiero dell’intero gruppo.
Nella biblioterapia fondamentale è la fase che precede il lavoro, in particolare la scelta del libro, quali criteri sono stati utilizzati?
Infatti, grande lavoro richiede la fase preparatoria. Mancando una letteratura scientifica di riferimento per la disabilità cognitiva, quindi in questo senso siamo pionieri in Italia, abbiamo constatato che i libri presentano un linguaggio o troppo infantile o troppo complesso per i nostri ragazzi e quindi abbiamo rielaborato il testo rendendolo accessibile senza snaturarlo. Il romanzo che abbiamo appena concluso è L’inventore dei sogni di Ian McEwan che narra la storia del protagonista attraverso più episodi che si concludono ognuno con una morale.
Il ruolo delle bibliotecarie è essenziale. Come vi raccordate?
Ci incontriamo ogni settimana per raccogliere feedback e programmare il lavoro settimanale sulla base di questi ultimi. Le bibliotecarie hanno lavorato molto bene e tantissimo sia nella fase preparatoria che nel veicolare una certa modalità di lettura e nella fase successiva nella quale viene redatto un dettagliato verbale di incontro.
Quali sono stati gli esiti finora?
L’obiettivo era quello di creare strutturalmente un gruppo che non fosse solo di lettura e quest’aspetto relazionale è stato centrato fortemente. Inoltre si evidenzia un miglioramento nelle capacità di memorizzazione e dei tempi attentivi. Condividere le emozioni suscitate dalla lettura, poi, contribuisce alla loro migliore gestione.
Qual è il prossimo obiettivo?
Abbiamo dedicato una settimana al laboratorio creativo sul libro: ciascun gruppo ha rielaborato la storia in modo creativo realizzando un fascicolo con pensieri e disegni. Intendiamo inserire all’interno di ogni incontro la fase di rilettura grafica e di scrittura creativa, in continuità con l’attività dei laboratori artistici.
Quale sarà il prossimo libro?
Sarà La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl che come il precedente veicola la parte emotiva e in più essendo un racconto continuo richiede anche un maggiore sforzo di memoria e crea ancor più un mordente per andare avanti nella lettura.
Buon proseguimento!