
Sabato 10 febbraio, in occasione della XXVI Giornata Mondiale del Malato, la Diocesi di Teramo-Atri ha organizzato presso l’Ospedale Mazzini di Teramo un Convegno dal titolo Curare sempre, guarire se possibile, al quale hanno partecipato circa una ventina di rappresentanti del personale sanitario della Piccola Opera Charitas guidati dal presidente Domenico Rega. All’introduzione del Direttore generale della Asl Roberto Fagnano che ha sottolineato l’importanza dell’attenzione al malato nonostante la congiuntura economica sfavorevole, è seguita la prolusione del vescovo Lorenzo Leuzzi che ha offerto tanti e profondi spunti di riflessione che intendiamo sviluppare nei nostri prossimi percorsi formativi. Innanzitutto la distinzione fra cura e guarigione: mentre la prospettiva del curare pone di fronte al bene del paziente, il guarire può alimentare aspettative che minano il rapporto di fiducia medico/paziente, svilendolo, con riflessi negativi in termini di spesa sanitaria e di eccessiva legalizzazione e burocratizzazione, quindi la necessità di ricreare un clima positivo e promuovere una medicina delle relazioni, fondata sul dialogo e sul sorriso, come aveva in precedenza evidenziato lo stesso direttore generale nel corso della presentazione; infine l’opportunità di coinvolgere nel ciclo di salute tutti gli attori: la scuola, la famiglia, le istituzioni. In questo contesto Cristo diventa un modello interpretativo al quale ispirare l’agire della comunità perché si è posto non come un guaritore ma come colui che si prende cura, ciò che deve farci diffidare delle religioni di guarigione, delle guarigioni miracolo, alle quali si ricorre per superare i limiti della scienza medica, finanche delle preghiere di guarigione, alle quali sono da preferire le preghiere di accompagnamento alla cura. Cura che si raggiunge attraverso positive sinergie che armonizzino competenze scientifiche, assistenziali e organizzative. Cura come speranza di salvezza “Va la tua fede ti ha salvato!”..