
L’immagine della Piccola Opera Charitas come di un presepio vivente ove Gesù sono i nostri ragazzi e ragazze e gli operatori Maria e Giuseppe che si prendono cura di Gesù, non è solo una
bella immagine, ma è la realtà.
Veramente “oggi” nasce il Salvatore, non perché scopriamo il bambinello nel presepio, ma perché esiste un luogo, la Piccola Opera Charitas, ove l’amore che ha spinto Gesù a nascere per noi, fa
nascere nei nostri cuori la necessità di donare noi stessi per gli altri, specie per coloro, che come Gesù bambino, hanno bisogno di essere accuditi.
Omelia notte di Natale 2017
“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,16): questo è il cuore di Dio. Ma Dio è Dio, e noi non possiamo abbracciare il cuore di Dio. Siamo limitati. Allora Dio ha preso un cuore umano perché potessimo capire come Dio ci ama. Dio ci ama fino a dare la sua vita per noi, sebbene lui sia Dio e noi peccatori: “Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom 5,8). Dio, in Cristo, ha preso un cuore di uomo con tutto il suo limite, ma per donarci un amore illimitato: dare la sua vita, dare tutto.
Il messaggio centrale di questa notte è: “Oggi è nato per noi il Salvatore”. “Oggi”, non 2000 anni fa.
Perché oggi?
Perché il cuore di Dio non cambia: è eterno. È stato sempre così e rimane sempre così: Dio ci ama fino al dono del suo unico figlio.
“Oggi” perché Gesù vive oggi, è in mezzo a noi, verrà dentro di noi nell’Eucaristia.
“Oggi” Dio salva ognuno di noi, e lo farà per ogni oggi della storia e per ogni uomo attraverso questo amore.
“Oggi” perché Cristo, nel momento della sua morte, ci ha donato il suo stesso Spirito, lo Spirito Santo, che ha spinto il Padre a dare il suo Unigenito, che ha spinto Gesù a dare sé stesso per noi:
“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom 5,5).
Se abbiamo lo stesso Spirito di Cristo, lo Spirito Santo che è l’amore tra il Padre e il Figlio, allora il nostro cuore deve imitare il cuore di Dio, il cuore di Cristo.
“Oggi è nato per noi il Salvatore” perché il nostro cuore, trasformato dallo Spirito Santo, fa nascere lo stesso amore che è scaturito dal cuore di Dio, dal cuore di Cristo nelle varie realtà in cui operiamo.
Per noi la realtà ove operiamo è la Piccola Opera Charitas, sorta perché lo Spirito Santo è stato riversato nel cuore di P. Serafino e gli ha fatto esprimere amore in ogni “oggi” della sua vita, quell’amore che lo ha spinto a donare tutto sé stesso, tutta la propria vita per gli altri come ha fatto Gesù.
Lo stesso Spirito, che ha animato P. Serafino, deve animare ogni operatore della Piccola Opera Charitas. Questo significa conservare il carisma. P. Serafino non c’è più, ma lo Spirito che ha
animato lui, oggi è in noi, e deve farci agire allo stesso modo.
L’immagine della Piccola Opera Charitas come di un presepio vivente ove Gesù sono i nostri ragazzi e ragazze e gli operatori Maria e Giuseppe che si prendono cura di Gesù, non è solo una
bella immagine, ma è la realtà.
Veramente “oggi” nasce il Salvatore, non perché scopriamo il bambinello nel presepio, ma perché esiste un luogo, la Piccola Opera Charitas, ove l’amore che ha spinto Gesù a nascere per noi, fa
nascere nei nostri cuori la necessità di donare noi stessi per gli altri, specie per coloro, che come Gesù bambino, hanno bisogno di essere accuditi.
Se c’è questo spirito allora nasce Gesù, non nella Piccola Opera Charitas, ma per mezzo della Piccola Opera Charitas; e questo ogni giorno, per cui possiamo affermare: “Oggi è nato per noi il
Salvatore”.
Questa notte sono qui i ragazzi, gli operatori, ma anche tante persone della comunità cristiana di Giulianova.
Allora vorremmo che si realizzasse il desiderio di P. Serafino che nella lettera di Natale del 1997 così scriveva: “Vorrei tanto che la Piccola Opera Charitas, in tutte le sue iniziative e attività, fosse umile testimonianza a Gesù, nella nostra città e nella nostra Chiesa locale, dove le sorelle e i fratelli, specialmente sofferenti, trovino amorevole accoglienza; dove la legge di Cristo: “Portate i pesi gli uni degli altri” aiuti ciascuno di noi, e soprattutto i nostri giovani, ad approdare alla serenità e alla gioia di vivere”.
Padre Serafino immaginava la Piccola Opera Charitas come emanazione di una comunità cristiana impegnata nel servizio verso gli ultimi, e che nello stesso tempo ricevesse da questi gioia e serenità, perché la gioia vera scaturisce dal dono: “Si è più beati nel dare che nel ricevere” (Atti, 20,35).
Questo è alla base del nostro carisma, e questa notte vogliamo, davanti la presepe rinnovare il nostro impegno a portarlo avanti con tutto l’entusiasmo possibile.
Impegniamoci questa notte a fare della Piccola Opera Charitas un continuo presepe vivente che si manifesta nel centro di riabilitazione e nella mensa San Francesco.
La Piccola Opera Charitas non è questa costruzione muraria; questa costruzione è la culla ove nasce Gesù “oggi”, un oggi di ogni momento, perché l’amore che ha spinto Gesù a dare sé stesso per noi, spinge ogni operatore a dare sé stesso per gli altri, specie per i più deboli.
Facci, o Gesù, entrare nel tuo cuore, così apriremo il nostro cuore per accogliere il cuore del fratello.